Appunti per l’alternativa: convincere gli indifferenti.

La Repubblica 11.06.25

Nel 2022 i milioni di voti delle opposizioni erano di più di quelli dei partiti di centrodestra, ma erano in contrapposizione, alternativi gli uni agli altri e abbiamo regalato l’Italia a Giorgia Meloni.

Oggi nel referendum quei voti, e chi li ha espressi, sono uniti, questo è il passo in avanti e l’elemento più significativo del voto.

La destra ha dato indicazione per l’astensione per paura di perdere. Hanno aggiunto a un’opinione politica il disimpegno che però non è il loro.

Noi abbiamo fatto bene a non essere distanti dal popolo dei Sì, sarebbe stato letale mostrare disimpegno.

Ora le opposizioni hanno un dovere democratico: dare a quel popolo grande, fatto di milioni di persone e di diverse sensibilità, un progetto comune di trasformazione e una proposta di governo per l’Italia e l’Europa.

E non basta unire, bisogna convincere: con spirito unitario guardiamo a chi non ci crede più. A chi schiacciato dall’angoscia del presente non vede possibilità di riscatto, la possibilità di migliorare la propria condizione di vita e sceglie di mettersi ai margini

Mutuando Gramsci direi che abbiamo una grande missione democratica: “convincere gli indifferenti”.

Oggi in una democrazia segnata dall’astensione, con umiltà, chiarezza e spirito unitario c’e molto da fare: bisogna continuare a immergersi nella condizione umana, comprendere le ragioni di tanto disincanto che allontanano dalla democrazia milioni di persone e ricostruire fiducia e speranza.

La strada delle divisioni, dei distinguo, dei pochi ma buoni, l’abbiamo già percorsa con esiti catastrofici nel 2018 e nel 2022: siamo più numerosi ma divisi siamo perdenti

Ora occorre continuare a lavorare nel senso opposto, trasformare quei Sì al referendum e a quella scelta di partecipazione in un Sì a un progetto comune da costruire per un’Italia diversa e migliore.

Nicola Zingaretti.