
L’ umanità delle piazze risorsa per la democrazia
Intervista a Domani 4.10.25
Facciamo chiarezza. Piazze piene di giovani che protestano contro il massacro di esseri umani, persone che di fronte all’orrore non si girano dall’altra parte ma si mobilitano, sono un segnale straordinario di vitalità della nostra democrazia. L’azione di Flotilla si inserisce in questo solco: un atto di disobbedienza civile, non violento, finalizzato a scopi umanitari e figlio dell’indignazione nei confronti del silenzio di molti governi, tra cui il nostro. Il Parlamento Europeo ha chiesto sanzioni e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Il Governo Italiano no. Sta dalla parte sbagliata.
E Giorgia Meloni non solo è dalla parte ingiusta della storia, ma lo è anche rispetto al centrodestra europeo: a dimostrazione che non sono marginali e residuali coloro che protestano, ma proprio loro, minoritaria rispetto a un’opinione pubblica europea ormai soverchiante. E il tentativo di criminalizzare le piazze e ridurre tutto a un problema di ordine pubblico è grave. È il solito antico riflesso d’ordine di una certa destra italiana: appena possono provano a colpire la libertà e i diritti costituzionali. Chi usa la piazza per commettere atti di violenza va condannato e non fa gli interessi della causa palestinese, ma chi confonde questi estremismi con la rivolta delle coscienze non fa gli interessi della democrazia.
La colpa più grave di Giorgia Meloni è l’aver continuato a essere la leader solo della sua parte politica anche da presidente del Consiglio, tentando di rendere di parte anche le istituzioni. Non lo permetteremo. Ora il loro tentativo è evidente a tutti: vogliono nascondere che, a parte le parole, non hanno fatto nulla per fermare il massacro e ora criminalizzano non chi massacra ma chi difende le vittime.
Bisogna salvare il popolo palestinese, fermare il massacro, liberare gli ostaggi israeliani e bloccare l’annessione strisciante e pianificata della Cisgiordania. Solo così si isola e batte veramente Hamas. Bisogna sostenere chi, anche in Israele, è impegnato contro il governo di estrema destra di Netanyahu che vuole trasformare la democrazia israeliana in uno Stato religioso e messianico. Giovani, veterani e cittadini israeliani protestano sfilando con i volti dei bambini palestinesi uccisi accanto a quelli dei giovani israeliani assassinati o prigionieri dei terroristi di Hamas. Perché, come ha detto Yair Golan, leader dei Democratici israeliani, «un Paese sano non combatte contro i civili, non uccide bambini come hobby, e non si pone l’obiettivo di espellere popolazioni».
È perché Hamas e il suo terrorismo assassino, colpendo Israele, non sono per i palestinesi la soluzione di nulla ma il problema più grande di quel popolo. Dobbiamo liberare due generazioni di giovani — i soldati, i civili israeliani e i bambini palestinesi — dal gorgo della guerra. La prospettiva di due popoli, due Stati non deve morire. E inizia a vivere solo fermando questo inutile massacro. Popoli ostaggi delle élite si liberano unendo le differenze in una lotta democratica e costruendo uno Stato a misura d’uomo. Così è sempre stato e così sempre sarà
Nicola Zingaretti