
Dazi, il governo difende gli alleati nazionalisti, non l’Italia
Intervista Corriere della Sera 30.07.25
Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, Giorgia Meloni sostiene che questo accordo sui dazi, tutto sommato, non è male…
«Difende i suoi alleati nazionalisti, non le imprese italiane. Ma non può dire altro, perché siamo di fronte anche al suo fallimento. Ha millantato un ruolo di mediatrice che non c’è mai stato. I dazi sono stati imposti pochi giorni dopo la presunta trionfale iniziativa dell’incontro tra Vance e Ursula von der Leyen, che a suo dire aveva risolto i problemi. Dire poi che “non è male” , una tassa aggiuntiva del 15 per cento sui nostri prodotti segna una distanza siderale dalla vita reale e dalla condizione attuale delle imprese e dei lavoratori, che oggi hanno paura».
La presidente del Consiglio dice che ci sono ancora margini per migliorare questo accordo.
«La strada è ancora lunga. Quella foto non rende giustizia alla complessità della situazione. Da una parte c’è il presidente dello Stato più forte del mondo, dall’altra la presidente di un’Unione di 27 Stati legati da trattati. Ci saranno dichiarazioni congiunte non vincolanti , ma poi, su molti aspetti — quelli relativi al commercio e non solo — i trattati prevedono accordi che dovranno essere definiti e approvati. Il Parlamento europeo svolgerà un ruolo importante. Noi difenderemo gli interessi italiani, che coincidono con quelli europei, e non con le oligarchie dei miliardari Usa come ama fare Matteo Salvini. Quindi sì, si può migliorare, ma la vera domanda è: cosa farà la destra italiana? Hanno cambiato nome a un ministero per chiamarlo del “ Made in Italy” poi ora lo colpiscono. Sa cosa ho pensato in queste ore?».
Cosa?
«Abbiamo l’ennesima conferma dell’esigenza degli Stati Uniti d’Europa. Altro che nazionalismo: così siamo troppo deboli e vulnerabili. Bisogna riaprire e rilanciare un processo di integrazione. Dobbiamo vincere le elezioni politiche anche per questo. La nostra Europa ha creato e può creare benessere e speranza, questa dei sovranisti debolezza e paure».
Secondo lei la UE avrebbe dovuto intervenire prima con contromisure ai dazi, per non arrivare debole al tavolo delle trattative?
«L’Europa ha provato a essere unita, ma tra gli ostacoli ha trovato anche il governo Meloni. Come sul bilancio europeo, con la posizione ipocrita della Lega che chiede i voti per “Meno Europa” e ora pretende più soldi. Ci sarebbe bisogno di un’Europa che investe, che fa debito comune, che si integra ancora di più, che aumenta il suo bilancio, che rafforza il mercato interno e apre a nuovi mercati. ma, ripeto, la forza del nazionalismo e del sovranismo nei governi nazionali lo impedisce. Per colpa loro oggi sono a rischio la politica agricola e i fondi di coesione».
Con questo accordo l’Europa è più debole?
«L’Europa è più debole con la destra sovranista al governo in molti Paesi. Dal 1957 si sono sempre confrontate idee contrapposte, di destra o conservatrici e di sinistra o progressiste, ma l’oggetto è era come realizzare politiche “ nella” democrazia e su diverse idee di Europa. Oggi, drammaticamente, non è più così: il sovranismo ritiene che, in parte, il problema sia l’Europa stessa e la democrazia con le sue regole».
Come giudica l’operato di von der Leyen? C’è chi dice che dovrebbe dimettersi.
Von der Leyen e’ ostaggio del Consiglio. Sbaglia a non investire sulla sua maggioranza parlamentare europeista, quella che nel Parlamento europeo le ha dato 401 voti nel luglio 2024. Il Consiglio ha un altro indirizzo politico, di destra, ma proprio per questo ci sarebbe bisogno di una grande autorevolezza per bilanciare le scelte con il peso del Parlamento. Von de Leyen si ricordi che ogni volta che si sposta a destra in Parlamento perde voti: luglio 2024, 401; settembre, 370; di nuovo luglio 2025, 360. Se continua così, il destino è scritto. Quindi cambi totalmente approccio mettendosi alla guida, difficile , di una nuova stagione ».
Il capogruppo della Lega al Senato Massimliano Romeo dice che se il centrosinistra presentasse una mozione di sfiducia a von der Leyen, loro la voterebbero…
«Non faccio sconti a von der Leyen, ma i sovranisti italiani alla Salvini non facciano i furbi: i dazi li ha messi il loro idolo Donald Trump e loro sono complici».
Secondo lei cosa dovrebbe fare adesso la Ue?
«Bisogna lavorare per unire l’Europa attorno a una posizione forte e autorevole, che riapra la partita e rilanci le sue potenzialità. In Parlamento lo faremo, ma il vero problema ripeto sono i governi europei. Spero che tutti capiscano che un’Europa a egemonia sovranista e nazionalista rende tutti più deboli e insicuri. Noi, dall’Europa, abbiamo portato in Italia 270 miliardi di euro per lo sviluppo, la sanità, il diritto allo studio, l’innovazione. La destra nazionalista ha portato i dazi di Trump, che massacrano le nostre imprese. C’era sempre Ursula von der Leyen, ma la differenza tra noi e loro è evidente».